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Le Mura megalitiche di Montauro -
Il Santuario di San Michele Arcangelo


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Le Mura megalitiche di Montauro ( V sec a.C. )
Il territorio del comune di Vairano ospita un vasto insediamento protourbano, costituito da mura megalitiche, che circondano le colline di Montauro, Vrecciale, Monteforte, Marzanello Vecchio, risalenti al V sec. a. C. Più isolati, invece, ma con una loro specifica funzione militare, sono i resti della fortificazione megalitica sulla cima di monte Catreola.
Le ipotesi sulla denominazione del grande insediamento fortificato del 
Montauro avanzate dagli studiosi (Austicola, Phistelia, Callifae, Mons Callicula, Taurania, Batulum, Celemna, ecc.) in mancanza di riscontri archeologici rimangono tali, ma sicuramente, a giudicare dalla superficie compresa nel recinto megalitico, doveva trattarsi di un importante centro sannitico, che dovette avere un ruolo strategicamente avanzato nelle guerre che contrapposero i sanniti ai romani nel corso delle guerre sannitiche.
Sulla cima di Montauro è possibile osservare un imponente cortina di mura megalitiche con un lungo tratto di muro rettilineo lungo circa 357 m. La parte sommitale della montagna, Monte S. Angelo (m. 465 s.l.m.), ospitava l’arce, con una superficie di circa 11.000 m2 e con tratti di mura che conservano, ancora oggi, un’altezza di circa 3 m.

Il Santuario di San Michele Arcangelo

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Sul lato nord-est (quota 425 m. s.l.m.) di Montauro, affacciato sul centro di Vairano, sorgeva l’antico Santuario dedicato a S. Michele Arcangelo. Il luogo di culto risale almeno al X secolo e appartenne alla ricca e prestigiosa abbazia di Montecassino, per poi passare, nel XII sec., nelle proprietà della vicina Abbazia cistercense della Ferrara. Infatti nel Chronica Monasterii Casinensis di Leone Ostiense si legge di una entità territoriale con sua dignità denominata Varriano e riferita ad una chiesa de sancto Angelo, prima pertinente all'abbazia di Montecassino (856-883) retta dall'abate Bertario. La chiesa e l’annesso eremitaggio erano meta di processione nel periodo pasquale da parte della popolazione vairanese almeno fino al 1791. Dell’insediamento michaelico poco rimane di visibile, a stento se ne distingue il perimetro, questo sia a causa dell’opera degli elementi naturali, ma soprattutto per i bombardamenti subiti nel corso della II Guerra Mondiale, essendo i ruderi occupati da una postazione tedesca e per questo colpiti e distrutti dagli Alleati.


LA CAPPELLA S. MATTIA A CASTIGNOLA
La Capella di S. Mattia a Castignola è nota solo grazie ad una citazione che la riguarda, presente nella descrizione di Vairano del 1660 redatta da Pietro de Marino. Secondo quanto descritto, essa si sarebbe dovuta trovare tra il Monte S. Angelo e il Monteforte.


BIBLIOGRAFIA E APPROFONDIMENTI:
Caiazza D., Archeologia e storia antica del Mandamento di Pietramelara e del Monte Maggiore. I. Preistoria ed Età Sannitica, Isola del Liri 1986; Conta Haller G., Ricerche su alcuni centri fortificati in opera poligonale in area campano-sannitica (Valle del Volturno, Territorio tra Liri e Volturno), Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti di Napoli – Monumenti III, Napoli, 1978; Panarello A., “Patenaria” dall’alba dell’uomo al V secolo d.C.. Preistoria, protostoria e storia antica del circondario di Vairano Patenora, Curti, 1994.
Panarello A., Il Santuario di S. Michele Arcangelo sul Montauro di Vairano Patenora, Vairano Patenora 1997.



Foto di Guglielmo D'Arezzo, Adolfo Panarello.
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