(In preparazioen) Vairano Patenora è da sempre attraversato da assi viari di una certa importanza, l'antica strada Casilina, la Venafrana, oggi la Telesina e l'autostrada del Sole A1, con l'uscita di Caianello. Ma la sua centralità e l'essere un crocevia di popoli e culture diverse si può supporre per molti motivi, non ultimo l'esistenza di antiche taverne ubicate a pochi chilometri l'una dall'altra, proprio per soddisfare una moltitudine di viandanti,
Taverna della Catena e chiesa di San Tommaso, la più importane per essere teatro dell'Unità d'Italia 1861. La taverna sorge nel luogo di congiunzione tra la via Casilina e la “Via degli Abruzzi”. Un incrocio da sempre considerato di fondamentale importanza, in quanto la cosiddetta “via consolare degli Abruzzi” era utilizzata per collegare Napoli con il Centro Italia e l’Adriatico, essendo la strada più sicura per raggiungere Roma e Firenze, in quanto l’Appia, soprattutto a causa del terreno paludoso, era difficile da percorrere. Lungo l’importante asse viario sorgevano, a distanza di poche miglia, delle taverne (Taverna Catena e Taberna del Pagliarone e chiesa (cappella) si San Pietro Arcella, la più antica sorge a a 3 km da Taverna Catena procedendo verso Nord, oggi è sede una struttura alberghiera che ne rinnova i fasti di un tempo, dopo un periodo di totale abbandono. Esisteva già esistente nel 1660. La Cappella probabilmente sorgeva a circa 200 metri dalla Taverna verso Sud-Ovest, ma al momento non è stata ritrovata. Della Cappella ne parla anche il Panarello ...
che accoglievano i mercanti e i viandanti. In queste strutture i viaggiatori dell’epoca trovavano ristoro e un sicuro riparo per la notte, poiché le contrade di Terra di Lavoro erano percorse da bande di briganti. Le taverne furono descritte dai viaggiatori stranieri che nel Settecento e nell’Ottocento percorrevano le nostre terre per compiere il cosiddetto Viaggio in Italia o Grand Tour, tanto di moda negli ambienti aristocratici europei. Taverna della Catena fu edificata nel 1720, dal duca Domenico Mariconda, per offrire ospitalità e ristoro a mercanti e viaggiatori che transitavano nell’importante incrocio tra la Casilina e la via degli Abruzzi. La denominazione Taverna della Catena deriva dal fatto che quando i sovrani borbonici si recavano nella vicina riserva reale di caccia di Torcino, l’incrocio veniva chiuso al transito con una catena. Il 25 ottobre 1860 la taverna fu la sede di un incontro tra il generale sabaudo Enrico Cialdini e il generale in capo borbonico Giovanni Salzano. In tale occasione, il Cialdini propose al generale borbonico di mettere fine alla guerra e di inglobare l’esercito e la marina borbonica nell’esercito sardo, vale a dire nel futuro esercito italiano. La proposta, che avrebbe cambiato parte degli avvenimenti della storia risorgimentale, fu fermamente respinta dal generale Salzano. Taberna e chiesa (cappella ) di San Gennaro
LA CHIESA DI S. TOMMASO A VAIRANO SCALO Una chiesa dedicata a S. Tommaso fu fatta costruire dal duca Mariconda, nel 1720, nel fondo Cannalonga, vicino a Taverna della Catena.
Antonio Gramsci e Taverna Catena: Antonio Gramsci, uno dei fondatori del Partito Comunista d'Italia (1921), considerato uno dei più importanti pensatori del XX secolo, sostò a Taverna Catena nella camera di sicurezza dei Carabinieri di Caianello, durante la traduzione da Ustica a Milano il 5 febbraio 1927.
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